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Sono 32,000 i professionisti che lavorano al corpo nazionale dei vigili del fuoco. Senza contare alcune migliaia di volontari e chi, in pensione, continua a dare il proprio contributo.

Abbiamo passato alcuni giorni con i vigili del fuoco del Comando Provinciale di Torino, spostandoci dalla sede centrale al distaccamento di Chieri; questo ci ha permesso di conoscere la loro realtà, fuori e dietro le quinte.

I vigili del fuoco di Torino si adoperano per la salvaguardia di persone, animali e beni, nei soccorsi urgenti e nella prevenzione. Non sono solo operatori di soccorso come siamo abituati a immaginarli, perchè la loro professionalità vive anche al di fuori delle loro divise. Nel comando il personale è organizzato per garantire la massima efficienza di mezzi e macchinari e il costante aggiornamento e allenamento dei professionisti.

A monte di tanta professionalità c’è davvero molto: corsi di aggiornamento e di prevenzione, esercitazione e addestramento in terra e in acqua, divulgazione della cultura della sicurezza e orientamento alla prevenzione rivolto a bambini, studenti e adulti lavoratori, reparti tecnici di controllo di materiali e mezzi, centralino della sala operativa e tanto altro. Una concatenazione di organizzazione, precisione e dedizione. Questo è il loro lavoro.

All'ingresso, accanto al bar, ci cade l'occhio sulla statua del vigile del fuoco col bambino in braccio. E' questa la loro icona: angeli buoni, salvatori, protettori dei più deboli. Di fianco, appesa al muro, vediamo incorniciata una preghiera: è la preghiera di Santa Barbara ci dicono, la protettrice dei vigili del fuoco. Non so quanti di loro siano credenti e quanti invece abbiano abbandonato la fede, ma questa preghiera è affissa in ogni sede. Trovano forse un po' di sollievo, tra un turno di 12 ore e l'altro, nel fermarsi un momento e leggere queste parole:

Iddio, che illumini i cieli e colmi gli abissi,
arda nei nostri petti, perpetua,
la fiamma del sacrificio.
Fa più ardente della fiamma
il sangue che scorre nelle vene,
vermiglio come un canto di vittoria.
Quando la sirena urla per le vie della città,
ascolta il palpito dei nostri cuori
votati alla rinuncia.
Quando a gara con le aquile
verso Te saliamo,
ci sorregga la Tua mano piagata.
Quando l'incendio, irresistibile avvampa,
bruci il male che si annida nelle case degli uomini,
non la ricchezza che accresce la potenza della Patria.
Signore, siamo i portatori della Tua croce,
e il rischio è il nostro pane quotidiano.
Un giorno senza rischio non è vissuto,
poiché per noi credenti la morte è vita,
è luce: nel terrore dei crolli,
nel furore delle acque,
nell'inferno dei roghi.
La nostra vita è il fuoco,
la nostra fede è Dio
Per Santa Barbara Martire.
E' sicuramente la passione per questo lavoro che permette loro di esserci ogni giorno con coraggio e sacrifico. Sono unione e fratellanza il lettino dello psicologo: ciò che permette loro di affrontare quello che vedono e quello che non vedono e di avere ogni giorno il sorriso in volto. Quel sorriso con cui hanno accompagnato noi del corriere per i due giorni in cui li abbiamo osservati lavorare, per realizzare il reportage che vedete qui, in minima parte, raccolto..